RACCONTARE L’EDUCAZIONE CON SGUARDI DIVERSI

Nella splendida cornice di Palazzo Reale, a Milano, nell’ambito del convegno dal titolo “Qui nessuno è diverso. L’unicità di ciascuno è la ricchezza di tutti”, abbiamo presentato al pubblico di dirigenti scolastici, insegnanti e formatori delle scuole primarie della città metropolitana di Milano, gli strumenti e i contenuti di Webecome e gli interventi che il Comune di Milano attua sul territorio per favorire l’inclusione e combattere le discriminazioni e il bullismo.

Diversi esperti del network di Webecome e figure istituzionali hanno condiviso durante l’incontro esperienze, punti di vista e contenuti, dando vita a “un’occasione per parlare di futuro e di bambini tra i 6 e gli 11 anni […]. Pensiamo che questa fascia d’età sia quella corretta per fare prevenzione perché essa è fatta di educazione, ed è importante che questa idea sia condivisa anche con le famiglie […]. Vogliamo crescere bene i nostri piccoli cittadini perché diventino dei cittadini del domani“.

Così Laura Galimberti, Assessore all’Educazione e Istruzione del Comune di Milano, ha introdotto il convegno, come puoi approfondire in questa intervista.

 

Per prevenire e contrastare i fenomeni di disagio sociale e garantire un contesto inclusivo e di accoglienza per le giovani generazioni è necessario costruire un accordo e un’intesa positiva tra tutti i soggetti che giocano un ruolo educativo sul territorio. Roberta Dalla Cia, Responsabile per il Centro della Giustizia Riparativa del Comune di Milano, ha descritto le iniziative del Comune rivolte anche ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado grazie a “strumenti di conoscenza e di gestione che possono essere considerati un filo conduttore insieme alla piattaforma Webecome”.

Mario Maestri e Nadia Ambrosetti dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Milano hanno evidenziato come la partecipazione e l’inclusione di tutta la comunità educante siano alla base di un corretto percorso educativo, capace di considerare anche fenomeni e riflessioni legati al mondo social e digitale, sempre più legati all’unica realtà interconnessa che i giovani e tutti noi viviamo. Una condizione indispensabile per poter riconoscere insieme ai bambini le opportunità e i rischi del mondo virtuale, per un utilizzo critico e consapevole.

Sono necessari “progetti di sistema come Webecome che si costruiscono attraverso un’alleanza […] con gli attori del mondo sociale che hanno l’esperienza per poterli realizzare efficacemente” come ha sottolineato Nicoletta Bernasconi Responsabile delle Relazioni con Università e Scuola di Intesa Sanpaolo. Progetti che “creano valore per e con i cittadini”.

RICONOSCERE L’UNICITÁ IN OGNUNO DI NOI

La tavola rotonda “Accogliere l’altro Accogliere e riconoscere l’altro. Un dialogo tra esperienze e sguardi diversi” è stata l’occasione per una conversazione ricca di esperienze e contenuti tra alcuni degli esperti del network di Webecome.
Elisabetta Dodi ha messo in luce come l’incontro con l’altro è, prima di tutto, la messa in gioco di sé stessi. Anche per questo:

il compito dell’educazione è fornire degli strumenti per avvicinarci all’altro e richiede delle competenze soggettive e non date per scontate. […] Dentro le scuole incontriamo persone, non culture […]. Il compito dell’educazione è riconoscere le diversità di ciascuno.

“Bambine e bambini instaurano nuove relazioni anche nel mondo digitale” – ha aggiunto Daniele Fedeli, mettendo in evidenza come per loro non ci sia alcuna distanza tra mondo online e offline. Come adulti dobbiamo imparare a riconoscere le emozioni e le reazioni dei nostri bambini e creare con loro un atto di fiducia reciproco.

Roberto Farnè ha sottolineato l’importanza del dialogo e del gioco che, di per sé danno vita a momenti inclusivi. Il dialogo “mette tutti alla pari […] e crea un legame potentissimo tra pensiero e linguaggio”; il gioco è per i bambini un modo di “dimostrare quello che si sa fare insieme agli altri. […] Nel gioco i bambini pensano, parlano, discutono, litigano ma devono anche trovare delle mediazioni. Un bambino che si muove, è un bambino che pensa. Dobbiamo sviluppare campi di esperienza per creare possibilità di interazione sempre nuove”.

Il nostro compito di adulti è quello di supportare i bambini nelle esperienze che vivono, dentro e fuori la scuola e osservarli da vicino, con una nuova sinergia tra scuola e famiglia, come ha sottolineato Simona Caravita, perché gli episodi di discriminazione e di bullismo contro i gruppi minoritari sono sempre più in aumento. Bisogna creare occasioni per rafforzare nei bambini valori positivi come l’empatia, l’aiuto reciproco e le competenze trasversali, incuriosirli, attivare in loro l’ascolto e la voglia di sperimentare.

Competenze, queste, le life skill, che è necessario sviluppare fin da piccoli come ha evidenziato anche Francesco Zurlo, perché solo così “la diversità diventa una ricchezza e un motore potentissimo di creazione e non viene vista come un elemento di pericolo”. È  fondamentale che bambine e bambini comprendano e sperimentino come la dimensione creativa dell’essere umano sia sempre il risultato del contatto tra “realtà differenti, di tipo culturale, di nuove sensibilità, di letture critiche dei fenomeni”.

Un’attitudine preziosa, il cui valore è stato approfondito a più riprese anche da Armando Massarenti, moderatore della tavola rotonda: riconoscere e coltivare il pensiero critico è lo strumento fondamentale per prevenire ogni fenomeno di disagio sociale e comprendere che l’empatia verso l’altro è “un passo fondamentale per la crescita di tutti e un moltiplicatore di esperienze positive per la società”.

Incontro, accoglienza, ascolto, dialogo, alleanza educativa. Ma anche: curiosità, apertura, creatività, pensiero critico. Queste sono le parole chiave che sceglieremmo per sintetizzare i temi emersi da un pomeriggio di conversazioni e testimonianze appassionate e generose, per il futuro dei nostri giovani.

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